sabato 31 ottobre 2009

Cop15 ... verso Copenaghen


Si avvicina il verticevertice di Copenhagen (COP15, a dicembre) in cui si deciderà se fare qualcosa di concreto per ridurre le emissioni o se illuderci ancora un po’ che basti parlarne e procrastinare per risolvere un problema mondiale.

Molti di noi si stanno organizzando per andare fisicamente a tutte le iniziative che si terranno in quei giorni nella capitale danese. Ci sembrava giusto intraprendere  un percorso locale e organizzare delle iniziative qui (incontri pubblici, dibattiti, azioni comunicative) per far si che anche nei nostri territori si accenda la discussione rispetto a quello che riteniamo uno dei temi più importanti.

 

Proponiamo un incontro/riunione aperto a tutti coloro che hanno voglia di organizzare insieme a noi degli eventi che ci portino alle giornate di Copenhagen.

 

Giovedì 5 novembre ore 21.00 presso la sede dell'ADL in vicolo marco polo 6 a Treviso.

 

A presto

 

Associazione Ya Basta

 


domenica 18 ottobre 2009

Belluno - Manifestazione Acqua Bene Comune



SABATO 24 OTTOBRE 2009 ore 15.00


… durante una passeggiata, fummo attratti dal rumore delle acque. Ci avvicinammo e la Piave mormorò:

"Libertà? Quanto è difficile spiegarne il senso, il valore. Ma a volte, in un concetto tanto universale quanto complesso, si cela un significato assai semplice, legato all’ordine naturale delle cose, alla vita stessa. E’ così per noi… per le migliaia di gocce che ogni giorno danno origine alle preziose acque del bacino idrico della Piave e che dovrebbero scorrere liberamente nei letti dei fiumi, a formare rivoli, cascate, cadini, in quel favoloso ambiente che è stato anche riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.
E invece, il 90% di noi, viene intubata, incanalata, captata, privatizzata, sfruttata. Le altre nostre sorelle scendono faticosamente a valle, come in un lento trascinarsi, divincolandosi tra grate, turbine, pompe e lunghi tubi.
All’inizio ci sembrava un gioco, fatto di salti, capriole e scivoli.
In poco tempo però, tutto si trasformò. In ogni vallata arrivarono i primi geologi, poi le prime ruspe e infine, loschi personaggi, scuri in volto e con strani accenti cittadini, accompagnati da nuovi "visionari" politici locali. Erano i primi predoni dell’acqua, con valigie di promesse e tasche piene di soldi, perché le parole "progresso" e "lavoro" non bastarono a imbrogliare il carattere diffidente del montanaro.
Erano gli ultimi anni dei 50. Anni di boom. Il progresso si sa, ha sempre avuto bisogno di energia. E una dopo l’altra, venivan su dighe e centraline. Ma ben presto, i bilanci delle aziende private e pubbliche non bastarono più a quantificare i costi: ai salari e alle fatture si aggiunsero le devastazioni ambientali e le tragedie. Fiumi senza acqua, acqua senza pesci e pesci senza vita.
All’oggi, la situazione non sembra cambiare.
Una nuova classe di predoni si è fatta avanti, più cinica, incurante delle sofferenze subite dalle nostre vallate, pronta ad arraffare il poco rimasto. Alcuni arrivano da molto lontano e a loro, del futuro della nostra montagna, poco importa. Ma purtroppo, non sono soli. Qua è là, altrettanti amministratori spuntano come funghi, pronti a svendere quello stesso territorio, di cui a parole, si fanno difensori e paladini.
E oggi come un tempo, nuove menzogne arricchiscono le loro "ragioni": "Deflusso minimo vitale! Minimo vitale garantito! Basta calcolarlo!" gridano. Squadroni di tecnici e cervelloni a far di conto, ma i conti non tornano mai e ancor peggio, non si preoccupano di controllarli, tanto… l’acqua abbonda. Non dicono lo stesso dei loro profitti: sempre troppo pochi. E allora, perché non privatizzare anche l’acqua dei rubinetti?
Siamo il nuovo oro. L’oro blu. Una nuova frontiera si è aperta, un nuovo Far West è alle porte! Per questo ci rivolgiamo a tutte quelle persone, quelle associazioni, quei comitati e i quei movimenti che pensano che questo territorio debba e possa avere uno sviluppo diverso e condiviso, dove l’acqua torni ad essere un Bene Comune e non una merce di pochi. Il 24 ottobre scenderemo a valle, nella città di Belluno.
Scenderemo dal Boite, dall’Ardo, dal Cordevole, dai piccoli ruscelli delle Dolomiti e in compagnia delle nostre sorelle che scorrono per altri territori, riaffioreremo in superficie. Ci ritroveremo insieme a voi, per dar vita ad una mobilitazione gioiosa, che abbia la forza di trascinar via l’arroganza di questi nuovi predoni; per ribadire che dal basso c’è una comunità territoriale che non ha più voglia di subire imposizioni, consapevole, come recitava una nota canzone, che la Libertà è partecipazione."


SABATO 24 OTTOBRE Piazzale Stazione FS - Belluno ore 15.00
MANIFESTAZIONE ACQUA BENE COMUNE

STOP alla privatizzazione dell’acqua
STOP allo sfruttamento dei nostri fiumi
L’acqua è vita! Non merce!
Al termine del corteo musica, arte e socialità

Per aderire alla manifestazione: acqua.belluno@libero.it

Vedi on line : Acqua Bene Comune - Belluno


OGM: un investimento sbagliato...una battaglia vinta!


Chiusura definitiva del centro di sperimentazione sugli OGM di Cà Tron (Roncade TV).

Finalmente ogni tanto arrivano delle buone notizie, e molti di noi erano certi fin dall’inizio che un laboratorio di sperimentazione biogenetica nei nostri territori non aveva senso e andava chiuso.

Per sperimentare le coltivazioni OGM la Fondazione Cassamarca ha realizzato un laboratorio e finanziato una ricerca senza futuro sperperando 8 milioni di euro: il Presidente De Poli ha buttato al vento tante risorse per non aver capito che gli OGM da noi non hanno futuro, che esiste una diffusissima e moltitudinaria resistenza al cibo “Frankenstein” da parte di consumatori, agricoltori, produttori. Le stesse potentissime multinazionali del transgenico non riescono a far passare i loro interessi ed è per questo che adesso nessuno mette più soldi per questo laboratorio che si conferma come una scelta ingiusta e sbagliata anche dal punto di vista economico.
Già nel 2003 Fondazione Cassamarca si vantava di voler far convivere gli organismi geneticamente modificati con la casatella, ebbene forse sarebbe stato più proficuo dedicarsi totalmente a questo gustoso formaggio tipico e locale.
Assistiamo con gioia all’evidente sconfitta di questo progetto che abbiamo fortemente contestato con iniziative dirette e mobilitazioni. Abbiamo la convinzione che nei nostri territori, devastati da anni di sviluppo incontrollato, la ricetta migliore nasca dal recupero delle radici migliori e più profonde di quello che siamo stati e siamo: “contadini” con l’idea di un rapporto diverso con ambiente e natura, rapporto possibile solo con lo sviluppo di un’agricoltura di qualita e biologica.
Inoltre ci sentiamo oggi ancora più vicini ai fratelli ed alle sorelle provenienti dal sud del mondo che abbiamo incontrato lo scorso aprile durante le giornate del Festival “Questa terra è la nostra terra”. I contadini, i cittadini, gli indigeni del Sud del mondo ci hanno raccontato con forza quanta morte, povertà e devastazione provocano le multinazionali degli OGM nei loro paesi.

La battaglia contro il Laboratorio di Sperimentazione a Ca’ Tron ci dimostra che è possibile vincere, che l’idea di mettersi in gioco direttamente è la strada che si può percorrere per aprire la possibilità che scelte demagogiche e pericolose come gli OGM non trovino spazio. Viviamo in un momento in cui i temi della precarietà climatica, della crisi ambientale appaiono tutti i giorni nella loro ampiezza, saldandosi con l’immiserimento dell’intera popolazione del pianeta.
Far crescere scelte alternative, radicate nel territorio, per uno sviluppo diverso ed ecocompatibile che affrontino questi temi globali parte anche dalla capacità di liberare i nostri territori.
Adesso che a Ca’ Tron le sperimentazioni OGM non ci saranno più vogliamo rilanciare insieme a tanti una grande iniziativa perché l’intera area sia destinata a divenire un grande laboratorio ed una struttura propulsiva di attività volte allo sviluppo di alternative energetiche, ambientali e agricole.
E per chiedere con forza che tutte le denunce e i processi attivati contro chi ha contestato gli Ogm vengano archiviate e si riconosca la forza di una battaglia che è stata una battaglia di libertà.
Liberi dagli OGM possiamo camminare insieme a tanti per continuare ad affermare che “questa terra è la nostra terra”. Invitiamo tutti a costruire con noi “Liberi dagli OGM” come modo per festeggiare la chiusura di Ca’ Tron e chiederne l’utilizzo al fine di rafforzare tutte le pratiche legate allo sviluppo del nostro ambiente.

Associazione Ya Basta Nord EsT
Per info treviso@yabasta.it

Climate Swoop vs Coal Power in Nottinghamshire

More than 50 people have been arrested as security fences were breached by 1,000 climate activists who had converged on the coal power station in Ratcliffe-on-Soar. The action is just over and so this is just a preliminary news report. You can also follow @climatecamp and @actforclimate (also here on twitfeed on right) for news, images, videos.

Many activists were bitten by police dogs, in another show of heavy-handed repression of climate protest that is becoming recurrent. But the tide of the times is with climate justice activists. All to Copenhagen!

 

 

http://live.climatecamp.tv/

http://twitter.com/actforclimate

http://www.climate-justice-action.org/

**CLIMATE JUSTICE ACTION: precari uniti in azione climatica a Copenhagen.**



Lotta per la giustizia sociale e climatica. Perché il cambiamento climatico rende tutti precari.

La crisi economica ha pesantemente colpito il precariato, cioè l’insieme di quei contratti atipici, interinali, part-time nei servizi e nell’industrai, più di qualsiasi altra classe sociale. Milioni di giovani, donne e immigrati precari perdono il lavoro a causa della Grande Recessione. Dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Islanda al Giappone la disoccupazione è salita alle stelle.

I responsabili della crisi – le grandi banche, i fondi di investimento, gli economisti e i politici neoliberisti – insabbiano gli scandali e si rinverdiscono senza vergogna sperando di andare avanti come se nulla fosse. I governi danno triliardi ai ai banchieri e noccioline ai precari. Dimostrazioni e proteste si stanno diffondendo in risposta a ciò, contro anche una nuova onda di razzismo e xenofobia, ma la pressione contro il potere politico ed economico non basta ancora, sebbene abbiamo in serbo un autunno di fuoco che potrebbe minare questo equilibrio.

Tuttavia, all’orizzonte di questa storica crisi capitalistica se ne profila un’altra ancora più grande: il riscaldamento globale e il cambiamento climatico causati dall’accumulazione di capitale tirata dai combustibili fossili. Il genere umano è in pericolo, ed entro la metà del secolo milioni e milioni di persone potrebbero sparire dalla faccia della terra se le economie sovrasviluppate non taglieranno le emissioni. Dobbiamo riportare sotto controllo i maggiori responsabili di gas serra (compagnie petrolio, carbone, conglomerati energetici, aziende manifatturiere e la loro logistica, l’industria dell’aviazione, i fast food e l’agrindustria, il turismo di lusso ecc.).

Dicembre a Copenhagen rappresenta un’eccellente opportunità per fare ciò. Dal 7 al 18 dicembre, il Climate Summit dell’ONU - COP15 - si svolgerà nella capitale danese, una città dalle forti tradizioni radicali e una storia presente di movimenti di ribellione. Tutte le élite statali ed economiche di ogni paese del mondo si riuniranno al Bella Center di Copenhagen alla ricerca del successore del protocollo di Kyoto, incluse quelle potenze come gli Stati Uniti, la Cina e l’India che non avevano firmato.