martedì 31 marzo 2009

SOTTO UNA CATTIVA LUNA
di e con Mirko Artuso e Ricky Bizzarro, Marco Balestracci e Steve Dal Col


Con il concerto-reading “Sotto una cattiva lunaMirko Artuso e Ricky Bizzarro, che saranno affiancati da Steve Dal Col (chitarre e cori) e dall'armonica di Marco Balestracci, musicista e scrittore castellano, ci accompagnano attraverso un racconto che unisce tra loro i racconti che i più importanti autori veneti ci hanno regalato e le canzoni dei Radiofiera.

A fare da sfondo alla narrazione una landa crepuscolare, una pianura cupa popolata da anime affannate e impaurite, da guardie perennemente con la mano sulla pistola, da cani randagi che – alla luce di una luna cattiva – assumono sembianze umane. Il riferimento con il famigerato Nordest è ovviamente palese, Mirko Artuso e Ricky Bizzarro hanno sempre raccontato la loro terra e la loro gente, ciò che meglio conoscono. I personaggi raccontati e cantati sono figure comuni ma emblematiche. Tutte persone che vivono nella stessa terra, accomunate solo dalla speranza che qualcosa possa cambiare nelle proprie vite. Magari cominciando a tutelare la bellezza, fuggendo agli abbandoni, i guasti, le cattedrali nel deserto iniziate per scopi elettorali, e occupandosi del bene comune. 

SOTTO UNA CATTIVA LUNA

di e con Mirko Artuso e Ricky Bizzarro, Marco Balestracci - armonica. Steve Dal Col - chitarra 

Montebelluna 19.04.2009 inizio ore 21.00

domenica 29 marzo 2009

LE BATTAGLIE DEI COMITATI: LA DIFESA DEI BENI COMUNI


In questi giorni stiamo costruendo insieme il Festival “Questa terra è la nostra terra”. 
Siamo Comitati, Associazioni, gruppi informali, piccole e grandi realtà che a partire da noi stessi abbiamo scelto di mobilitarci per garantire su varie tematiche una gestione e un futuro diverso per il territorio in cui viviamo.
Non siamo certo soli, anzi in tutto il Nord est come in tutta Italia, in questi ultimi anni decine, centinaia, migliaia di cittadine e cittadini hanno scelto di organizzarsi a partire da problemi e contraddizioni locali: strutture invasive, impianti nocivi, cementificazione, inceneritori, antenne pericolose, reti viarie, basi militari come Vicenza. 
Battaglie grandi e piccole, ambientali, in difesa dei beni comuni, per uno sviluppo diverso, per un uso corretto del territorio, per un rapporto nuovo tra produttori consumatori: sono questi gli argomenti che ci hanno fatto uscire dalla nostra casa, ci hanno spinto ad organizzarci in proprio, sperimentare un protagonismo diretto, ricercare i percorsi di una politica realmente partecipata.
Sono storie collettive che solo degli sciocchi possono descrivere come “egoismo” da sindrome “nimby”.
In queste nostre esperienze collettive abbiamo acquisito saperi e conoscenze, ci siamo confrontati nella ricerca non solo dell’opposizione a qualcosa ma anche nell’alternativa a scelte imposte e inaccettabili.

Noi vogliamo offrire all’interno delle giornate del Festival “Questa terra è la nostra terra” uno spazio aperto per incontrarci, scambiare le nostre esperienze, rafforzandole nell’interscambio ed anche aprire una discussione in comune su una delle scelte più nefaste e inaccettabili che dall’alto vorrebbero calare sui nostri territori: la scelta nucleare.

Per certi versi il nucleare incarna simbolicamente e materialmente la sintesi della stessa arroganza, centralizzazione priva di futuro, mancanza di rispetto per l’ambiente e l’umanità che combattiamo nelle nostre mobilitazioni.
Una proposta ancora più grave in questo momento di crisi generalizzata in cui le risposte da ricercare sono ben diverse dall’investire fondi improponibili per scelte centralizzatrici, monopolistiche oltre che dannose, mentre tanto invece ci sarebbe da investire in cicli virtuosi per la produzione di energia come per altri aspetti.

Crediamo invece che una via percorribile per tentare di uscire da questa crisi sia puntare sulle energie rinnovabili che potrebbero, se sviluppate adeguatamente grazie ad un adeguato finanziamento della ricerca, risolvere il problema energetico. La produzione e la distribuzione dell’energia prodotta con fonti rinnovabili può inoltre realizzarsi con metodo democratico slegato quindi dalle multinazionali e dai grandi distributori. In sostanza un modo di produrre energia in assoluta controtendenza rispetto a quello applicato fino ad oggi che si basa sul massimo profitto a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Un altro dei temi che crediamo possa rappresentare il terreno di una battaglia comune è quello della pianificazione del territorio. Da ormai troppi anni il territorio nel nostro Paese viene considerato un bene inesauribile e per questo sfruttato e consumato senza alcun limite e senza nessun rispetto per i cittadini, basti pensare alle cave, alle discariche, agli inceneritori e alla cementificazione selvaggia. 

In questo momento di crisi globale le nostre ragioni assumono una forza ancora maggiore, i nostri contenuti rappresentano, se ci pensiamo, una strada che risponde tema su tema alla costruzione di alternative concrete, reali, giuste per noi, per il nostro ambiente, per i nostri figli.

Per questo vi invitiamo a discutere insieme, ad elaborare insieme i nostri desideri a partire dalla concretezza che i nostri percorsi rappresentano, per costruire insieme una “CARTA DEI DIRITTI DELLA TERRA” da cui partire per creare mobilitazioni comuni.



DOMENICA 19 APRILE ALLE ORE 16.00
AL FESTIVAL “QUESTA TERRA E’ LA NOSTRA TERRA”


L’incontro aperto a tutti i comitati, reti, gruppi, associazioni del Nord Est sarà anticipato da una riflessione sulla scelta nucleare e su una gestione diversa del territorio.


sabato 21 marzo 2009

Questa terra è la nostra terra! aggiornamento adesioni





Dal 18 al 20 aprile 2009 si terrà in provincia di Treviso il summit del G8 dei ministri dell’Agricoltura in cui verranno definite le politiche mondiali in tema di agricoltura.Crediamo che questa sia un’occasione importante per dare voce alle esperienze di tutt* coloro che, nel nostro territorio e nel mondo, lottano per la sovranità alimentare, contro gli OGM, per la qualità dell’ambiente e del cibo, per la difesa, l’uso sostenibile e la democrazia delle risorse naturali, in una parola, per la nostra terra.
Viviamo oggi la crisi profonda di un sistema globale, basato su sfruttamento, distruzione ambientale, saccheggio delle risorse, povertà, che ha dimostrato i suoi profondi limiti ed è per questo che pensiamo ci sia la necessità di intraprendere un nuovo cammino che ritrovi, nel rapporto con la terra e con l’ambiente, il senso di un’umanità degna.
Per questo proponiamo a tutte le realtà della società civile, agli agricoltori, ai comitati per l’ambiente, ai gruppi d’acquisto solidale, di dare vita al Festival-Incontro "Questa terra è la nostra terra" come momento di discussione, confronto e mobilitazione in Provincia di Treviso nei giorni di aprile del G8.Un occasione per valorizzare in comune i legami con la terra, la civiltà contadina, la produzione agroalimentare tipica, libera dagli OGM, le mobilitazioni contro la devastazione ambientale, le alternative energetiche e la creatività dei nostri territori.Un momento di narrazione collettiva di un diverso rapporto con la terra, con l’ambiente e con le risorse.



Promotori:

Adesioni:

  • Fabiola Caramel, Ass. Amici del Parco Mogliano Veneto;
  • Paride Danieli, Treviso;
  • Loris Donazzon, Villorba;
  • Susanna Lazzarato, Oderzo;
  • Mario Fardin, Vittorio Veneto;
  • Renzo Favretto, Casier;
  • Cristiano Gasparetto, Venezia;
  • WWF Veneto
  • Martina Lorenzet, Conegliano;
  • Stefano Mestriner, Preganziol;
  • Sergio Costanzo, Comitato Antenne, Treviso;
  • Sergio Zulian, Treviso
  • Osservatorio Perù, Bassano del Grappa
  • Cristina Metto, Oderzo
  • Nicola Atalmi, Treviso
  • Marco Perone, Farra di Soligo
  • Assoc. Krio Hirundo, Castelfranco Veneto
  • Trevisin Stefania GAS " gasmania", Mogliano Veneto
  • GASIA - Gruppo Acquisto Solidale Treviso -
  • Andrea Conficoni, Pieve di Soligo
  • Gruppo Isolon, Vicenza
  • Piero Fasan, Montebelluna
  • Chiara Spadaro
  • Barbara Ceschi a Santa Croce Environmental Friendly Public Relations, Vicenza
  • Azienda agricola Forra'pruno, Lamporecchio (PT)
  • GRILLI TREVISO
  • Associazione EQUIStiamo, Vicenza
  • Gusti Berici, Vicenza
  • Cooperativa Altra Definizione s.c.
  • Giorgio Cremaschi Rete 28 Aprile CGIL
  • Comitato No Mose, Venezia
  • Comitato Popolare Lasciateci respirare Bassa Padovana
  • Mario Libralato, Fonte (Treviso)
  • csa BL.itz (BL)
  • Associazione assudd Mimmo Lavacca, Monopoli (BA)
  • Coop. El Tamiso
  • Franco Zecchinato, Padova
  • Gas La Terra di Nessuno-Caltrano(VI)
  • Alternativa Libertaria (Vittorio Veneto)
  • Federazione dei Comunisti Anarchici (nord/est)
  • Pattanaro Maria Stella - Piovene Rocchette (VI)
  • Associazione Michele Mancino Agricoltura, sovranità e sicurezza alimentare
  • Officina Ambiente - Trento
  • Fratelli dell' uomo - Veneto
  • Presidio Permanente NO DAL MOLIN
  • GAS Presidio No Dal Molin
  • Comitati cittadini Ambiente Salute Territorio Padova
  • LiberoGASPiovene Rocchette
  • Gruppo Val.Leo Gas di Schio (VI)
  • Gas Decrescita Treviso
  • Associazione Yaku
  • Dante Bedini direttivo provinciale CGIL scuola, Treviso
  • Comitato Bellunese acqua benecomune
  • Silvano Lazzarin, Giavera del Montello
  • Gruppo ambientalista, Giavera del Montello
  • Michele Zanatta, Montebelluna
  • Ecoforum, Treviso
  • Comitato "PRA GRAS" BL no fonderia a Fonzaso - Stop nocività
  • Associazione La Comune Luigi Bottasini Onlus Carugate (MI)
  • Sandra Sartorelli, Feltre
  • Agronomi Senza Frontiere, Ancona
  • Associazione Zikomo
  • Alessandro Fico- FIOM , RSU IRINOX (Conegliano)
  • Associazione il Citofono, Spresiano
  • Terra Nuova, mensile per l'ecologia della mente e la decrescita felice
  • Comitato di via Capodistria, Treviso
  • Circolo Equo e Bio, Ancona
  • Il Pellicano, Ancona

Per info e iscrizioni al newsgroup questaterralanostraterra@googlegroups.com scrivi a questaterra@yahoo.it

venerdì 20 marzo 2009

Dal settimanale Carta: Questa terra è la nostra terra.


Questa terra è la nostra terra
di Daniela Cavarretta
DAL 18 AL 20 APRILE si svolge a Cison di Valmarino il primo G8 dell’agricoltura, come qualche settimana fa ha annunciato con orgoglio il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, La notizia è stata accolta da Ya Basta Treviso con una proposta rivolta alle associazioni e ai comitati per l’ambiente, ai contadini, ai gruppi di acquisto solidale della provincia di Treviso: costruire insieme «Questa terra è la nostra terra!», un festival incontro di cinque giorni, dal 15 al 19 aprile, a Montebelluna, uno spazio aperto «per far incontrare tutti coloro che da anni partecipano attivamente, lottano e si mobilitano per la salvaguardia dell’ambiente, per la vita, per la salute, per i beni comuni come l’acqua e le risorse naturali, per i diritti delle comunità territoriali a cui appartengono», spiega Monica Tiengo, di Ya Basta.
E così, mentre ministri e rappresentanti di organismi internazionali se ne staranno arroccati tra le mura dell’imponente maniero di Castelbrando a consumare l’ennesimo rituale, il festival cercherà di essere un luogo creativo di discussione e mobilitazione, locale e globale.
Dopo la serata di apertura - durante la quale è previsto uno spettacolo di Marco Paolini sulla terra - il programma proseguirà con numerosi incontri e dibattiti: si parlerà d energie rinnovabili e delle menzogne su nucleare, di stili di vita sobri e solidali, di lotte per la difesa della salute e del territorio da inceneritori, antenne, elettrodotti, cave, e ancora di paesaggio e piano territoriale regionale; si parlerà, naturalmente, di agricoltura, quindi di politiche agricole nazionali ed europee, di tutela delle sementi e di monopoli, di Ogm e biodiversità, di fertilità della terra.
Ci saranno ospiti internazionali come Oscar Olivera, noto per la lotta contro la privatizzazione dell’acquedotto di Cochabamba, in Bolivia, Subramaniam Kannaiyan, contadino e attivista dell’associazione degli agricoltori del Tamil Nadu contro le coltivazioni di Ogm, Mauro Millan, portavoce dell’organizzazione Mapuche Tehuelche 11 de octobre, e un delegato del Movimento dei Sem Terra brasiliani. Situazioni lontane ma con le quali «condividiamo lo sfruttamento devastante delle risorse e del territorio ma anche le forme di autodifesa attraverso l’auto-organizzazione per fare comunità per la salvaguardia del bene comune», aggiunge Monica, Marco, Michela e Francesco hanno una piccola azienda agricola a Giavera del Montello e fanno parte del gruppo promotore del festival, «Noi vogliamo far valere il nostro diritto di produrre e consumare cibi assolutamente liberi da organismi geneticamente modificati e proponiamo un modello agricolo attento alla salvaguardia delle varietà antiche e delle specie selvatiche, e svincolato dai brevetti delle multinazionali dei semi»,dicono.
Reclamano misure come l’accesso facilitato all’usufrutto della terra, agevolazioni sull’acquisto dei mezzi di produzione, sostegno all’agricoltura biologica e ripensamento della politica dei contributi a livello europeo per privilegiare agricoltori a titolo primario e che investano nel biologico e nella filiera corta. «Purtroppo la corresponsione dei Pac ai proprietari delle terre e la speculazione edilizia hanno reso più esosi i canoni di affitto e improponibile l’acquisto dei terreni. Tuttavia è possibile vivere di agricoltura poiché esiste una rete di consumatori consapevoli capaci di riconoscere la qualità dei cibi che sta offrendo un futuro a tante realtà agricole del territorio». Consumatori che premiano la filiera corta e il rapporto diretto con il produttore locale, facendo parte di un Gas o comprando frutta e verdura genuine in un farmer market, a chilometro zero.
Ad ospitare il festival sarà il Palamazzaovo di Montebelluna, grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale. Non mancheranno incursioni nel cuore verde della marca, a Treviso, dove sono previsti spritz e stuzzichini equosolidali e un happening firmato Action Aid che metterà provocatoriamente in vendita il prodotto fame.

SETTIMANALE CARTA 20 - 26 MARZO 2009 • PAG. 41

fonte: www.carta.org

mercoledì 18 marzo 2009

Invito a tutti i produttori locali, a km 0, free OGM, biologici e tipici



Ciao,
innanzitutto ci presentiamo:

dal 18 al 20 di aprile a Cison di Valmarino ci sarà il G8 dei ministri dell'agricoltura e per quell'occasione, un folto gruppo di associazioni e singoli si sta mobilitando per organizzare un festival che affronti tutte le problematiche connesse all'agricoltura ma più in generale contro l’attuale modello di sviluppo che devasta l’ambiente, saccheggia le risorse, svilisce la creatività e le radici umane per un diverso rapporto con la terra in generale, con il clima, con le risorse naturali.

Stiamo organizzando un Festival dal titolo "Questa terra è la nostra terra" e per questo è stato preparato un appello a cui hanno già aderito moltissime realtà a livello locale, regionale ed oltre. Il Festival si terrà a Montebelluna presso il Palamazzalovo sia all’esterno attraverso l’utilizzo di una tensostruttura sia all’interno per i dibattiti e gli spettacoli. Il Festival si aprirà il 15 aprile con uno spettacolo di Marco Paolini e durerà fino a domenica 19 aprile.
Oltre a mettere in discussione le politiche dei grandi del mondo, ci interessa costruire un appuntamento che apra nuove reti e nuove relazioni e che possa avvalersi di contributi da parte di chi da anni affronta questi problemi. Questioni che oltretutto, con la grande crisi in atto, acquistano davvero un valore decisivo e nuovo.

Per questo stiamo contattando esperti, studiosi e rappresentanti di realtà contadine da varie parti del mondo (Bolivia, Argentina, Brasile, India, ecc.) che saranno presenti...
La nostra idea è quella di costruire un grande spazio espositivo dove sia possibile conoscere le realtà locali e non solo, una occasione di vendita ed acquisto diverso ed anche di presentazione, esposizione, degustazione, narrazione di un diverso rapporto con la terra, l’ambiente e le risorse naturali. Vogliamo dimostrare che c’è un’alternativa alle logiche della grande distribuzione: Al 3x2 dello sfruttamento. Dei produttori, dei lavoratori, dei consumatori.

Vogliamo creare uno spazio di incontri, scambi di saperi, sapori e conoscenze tra genti diverse.

TI INVITIAMO AD ADERIRE ED A PARTECIPARE CON UNO STAND, METTIAMO A DISPOSIZIONE UN’AMPIA AREA ESPOSITIVA SABATO 18 APRILE DALLE 14.00 E DOMENICA 19 PER TUTTO IL GIORNO.

per info:
questaterra@yahoo.it
tel. 340 5615157
blog:
http://questaterralanostraterra.blogspot.com/
scarica l'invito alla sezione "Documenti pubblicati [PDF]"

giovedì 12 marzo 2009

A PROPOSITO DI G8

A PROPOSITO DI G8: COMUNICATO DI LEGA AMBIENTE TREVISO

Prendono avvio in questi giorni i preparativi del G8, la passerella da cui i cosiddetti grandi della Terra, fra una gita ed un incontro conviviale, si esibiscono per lo più con risoluzioni scritte sulla sabbia e promesse dettate al vento. Tipo quelle di aiutare il terzo mondo, specialità questa in cui l’Italia è campione mondiale in carica più ancora che nel calcio (chiunque può controllare, via internet, le cifre promesse nei tanti vertici che si sono succeduti nel tempo, e rapportarle con quanto poi davvero erogato: va da zero a qualche punto percento).
Comunque, in attesa del gran finale di luglio alla Maddalena, i comprimari si danno da fare nei cosiddetti incontri preparatori. Ed è tutto un fiorire di G8 qualcosa: dal G8 Ambiente al G8 Università al G8 Scienza per citare a caso; eventi in cui i nostri ministri competenti (si fa per dire) incontrano i loro colleghi, e numeroso seguito, in buona sostanza per preparare i discorsi che poi saranno letti in Sardegna. Lo fanno dove hanno i rispettivi bacini elettorali per guadagnare, se non proprio un posto nella storia, almeno la riconoscenza di albergatori e ristoratori: tanti e tanto facoltosi ospiti, per di più in bassa stagione, sono una manna specie in tempi di crisi (sia detto senza ironia).
E così la Prestigiacomo riunisce i suoi ministri dell’ambiente a Siracusa mentre la Gelmini invita quelli dell’Università in Brianza, in una delle ville di Berlusconi (non si sa se per far risparmiare lo stato o per aiutare a ripagare l’investimento, circa 35 milioni di Euro, che sembra sia costata la villona). Poteva mancare il nostro ministro dell’agricoltura? No che non poteva; e infatti da navigato fruitore delle occasioni mediatiche si è dato da fare per tempo; ha organizzato il suo G8 agricolo a Cison di Valmarino, pocodopo Pasqua, e si prodiga da mesi, con apposite conferenze stampa e in ogni altra occasione utile, per propagandarlo come la prima storica occasione d’incontro dei grandi della terra su questo tema (un tantino esagerando, ma si sa, la propaganda ha le sue regole).
Però senza grande successo, purtroppo: al momento lo sforzo ha prodotto in tutto qualche lancio di agenzia, poi ripreso solo dai giornali locali, e qualche citazione nella stampa specializzata. Nello stesso sito ufficiale del G8 ( http://www.g8italia2009.it/ ) non se ne fa cenno, eppure vi trovano spazio cose che col G8 non si capisce cosa c’entrano, come l’intervento di Berlusconi al recente vertice italo-francese.
Insomma un flop, e dispiace anche perché non è francamente giusto: non si capisce cosa Zaia abbia di meno della Prestigiacomo, o della stessa Gelmini. E comunque non è meno importante la materia di cui si occupa il ministero che dirige pro-tempore. Quindi siamo qui per aiutarlo, e per contribuire a dare visibilità alla sua iniziativa nella speranza che, per una volta, produca qualcosa di buono. Purtroppo lo facciamo con mezzi modesti (ma questi solo abbiamo); comunque:
1) Preghiamo la stampa ed in genere i media di dare spazio a questo intervento (e a quelli, si spera più autorevoli, che dovessero seguire nei prossimi giorni);
2) parteciperemo alle iniziative del (chiamiamolo così) controvertice che si ritrova sotto la sigla “Questa terra è la nostra terra”. Oltre che più divertenti, sono spesso più significative ed interessanti di quelle (chiamiamole così) ufficiali, e comunque possono riflettere un po’ di freschezza e di allegria, e quindi una miglior luce, anche sul vertice che per sua natura, diciamolo, è di solito triste e noioso;
3) avanziamo una proposta forse tardiva (ma Zaia è dinamico, e se vuole è ancora in tempo per farla sua): perché accanto, o se manca il tempo anche dopo il suo G8, non organizza un P8? Un vertice cioè dei ministri dell’agricoltura degli 8 paesi più poveri al mondo? Se lo fa, e si impegna a dar voce e sostanza alle loro proposte (nelle occasioni di veri negoziati come il Doha Round; e non solo negli inconcludenti G8) ci troverà al suo fianco, disponibili a prenderci le incombenze più umili e faticose: da volontari, naturalmente.

Treviso,10 marzo 2009
Legambiente di Treviso

martedì 10 marzo 2009

Rassegna stampa: Si prepara il "contro-G8"


Montebelluna. Decine di gruppi e il centro sociale per parlare di economia sostenibile

Si prepara il "contro-G8"

Paolini tra le associazioni


Un festival parallelo al summit tra i maggiori Paesi del Mondo che si svolgerà a Cison

Sarà Marco Paolini con uno spettacolo al Palamazzalovo ad aprire it festival "Questa terra è la nostra terra" che si terrà a Montebelluna dal 17 al 20 aprile prossimo. Giusto in concomitanza del primo "G8 dell'agricoltura" che si terrà invece a Cison di Valmarino dal 18 al 20, che vedrà i grandi Paesi confrontarsi sul tema dell'emergenza alimentare mondiale. «Il nostro non vuole essere un festival "contro" - spiega Monica Tiengo dell'associazione promotrice "Ya Basta!" - non d una manifestazione dalle classiche zone rosse. E’ un momento di discussione tra tutte le organizzazioni e associazioni territoriali trevigiane. La vetrina dei ministri a Cison è importante, vogliamo far arrivare sino lì il nostro messaggio». Infatti mercoledì scorso, nella prima assemblea del movimento, si sono segnalate le adesioni delle associazioni di Paeseambiente, Città Bene Comune, Legambiente, Comitato "18 Aprile" De' Longhi; Pace e Sviluppo Treviso, Italia Nostra, Rete Radie Resch, Solidarietà Internazionale, gruppo di Lancenigo - Maserada- Spresiano; Alisei-Silea, Un'altra Treviso, sega@tura, centro sociale UbikLab e Decrescita sostenibile.

Stiamo comunque aspettando altre adesioni, anche a livello nazionale - continua Tiengo -La mobilitazione riguarda tutti i soggetti, singoli o collettivi, che si impegnano sui temi della qualità alimentare, ambientale e difesa del territorio. Come per esempio i Gas, gruppi di acquisto solidale, una realtà non più d'elite che sta diffusamente prendendo piede. Può essere un modo per combattere la crisi parlando di qualità dell'alimentazione». Il festival prevede un mercato biologico, incontri con gli agricoltori, convegni su nucleare, energia pulita, e Ogm, e anche temi "global!" della proprietà della terra e dell'acqua.

«Ci saranno i Sem Terra del Brasile, Oscar Olivera leader del movimento contro la privatizzazione dell'acqua in Bolivia, i Mapuche, nativi della Patagonia argentina, sfrattati da Benetton che ha acquistato i terreni dove vivono». A pochi chilometri, nel castello di Cison, il ministro Zaia farà da padrone di casa con i ministri dell'Ambiente dei maggiori Paesi per parlare di sicurezza alimentare, identità produttive e fluttuazioni dei prezzi. Una battaglia la sua anche in difesa della qualità dei prodotti tipici italiani. «Sono gli altri Paesi- ha annunciato - che devono adeguarsi ai nostri standard produttivi»

Fonte: www.iltreviso.it del 10.03.2009

lunedì 9 marzo 2009

Mangiar bene e spendere poco, meno sprechi e spesa saggia


In tempi di crisi ci sono misure semplici per poter risparmiare e continuare ad alimentarsi in modo sano e completo.

di Carlo Petrini 

Mangiare bene non costa caro. Se l’unica alternativa in tempi di crisi è andare al fast food o comprare i prodotti di bassissima gamma nei discount, significa che forse abbiamo problemi più gravi e radicati della crisi stessa. Cercare di rimediare alle difficoltà di bilancio mettendo nel proprio piatto - e in quello dei propri familiari - dei cibi non buoni, che alla lunga non fanno bene, e che sono parte integrante di quel sistema consumistico che, a ben vedere, è la causa principale dei nostri mali economici, non è la soluzione. 

Anche perché altri modi di comportarsi ci sono, e a scanso di equivoci sgombriamo subito il campo dai prodotti di alta gamma, quelli che effettivamente sono un lusso. Pensiamo invece al cibo quotidiano: a una buona carne, a un buon pesce, a buone verdure. Il cibo di tutti i giorni, e pure il pasto occasionale fuori casa, può essere consumato a prezzi anche molto bassi senza rinunciare alla qualità e facendosi del bene, sia in termini di salute personale sia in termini di salute pubblica. Bisogna però lasciarsi alle spalle il pregiudizio che il cibo buono sia una cosa elitaria e soprattutto cercare di fare due operazioni: ricercare la qualità fuori dal sistema consumistico e riscoprire le buone pratiche domestiche e gastronomiche. 

Per come si è strutturato, il sistema industriale alimentare butta via una quantità di cibo paragonabile a quella che produce. È il sistema dello spreco: in tutta la filiera non si fa altro che perdere delle occasioni per risparmiare, e non si creda che chi ci rimette sia poi l’industriale sprecone. Siamo noi ad accollarci tutti i costi: i danni all’ambiente, i costi della sanità e delle medicine per rimediare a diete sballate, a prodotti poco salutari, ricchi di sali, conservanti, aromi di sintesi, grassi "cattivi" che il nostro corpo fa fatica ad assimilare. Ci sono i costi di trasporti dissennati e inquinanti, i costi dei sussidi a un’agricoltura industriale che altrimenti sarebbe al collasso. 

Paghiamo il fatto che vengano buttate via 4 mila tonnellate al giorno di cibo commestibile nella sola Italia: perché alimenti di più bassa qualità hanno una durata più breve, perché il sistema di distribuzione da questo punto di vista non è efficiente. Inoltre produciamo tonnellate di rifiuti con gli imballaggi: altri costi per la società, per noi. Mangiando un hamburger di bassa qualità a un euro crediamo di aver risparmiato, ma non è così. Il resto lo paghiamo con le tasse, e se quella dieta ci fa male lo pagheremo anche in medicine: il conto alla fine è salato, molto salato. 

Uscire dal sistema significa cercare canali di distribuzione alternativi, che non generino tutto questo spreco e questi costi collettivi. È un vantaggio diretto anche sul prezzo: in ogni città ci sono mercati in cui si può comprare direttamente dai contadini a prezzi vantaggiosi, e con una qualità migliore. Sarebbe poi sufficiente rispettare la stagionalità dei prodotti. In stagione frutta e verdura costano meno. Sfido chiunque a dire che, per esempio, i cavoli sono cari. In un mercato della mia città, dove ancora ci sono i contadini, li ho trovati a 0,60 euro al chilo. Magari sono stato fortunato, ma chi cerca trova. Sono freschi, sono nutrienti e soprattutto a saperli cucinare c’è da sbizzarrirsi. Su un mio libro di cucine regionali ci sono trenta ricette con i cavoli, e in molti casi calcolando il prezzo a porzione si arriva a cifre irrisorie. 

Per frutta e verdura, poi, si può anche evitare la fatica di andare al mercato: ci sono i Gas, i gruppi di acquisto solidale sempre più diffusi in tutta Italia, e anche cooperative di produttori che consegnano la merce direttamente a casa. Per restare nel mio Piemonte, la cooperativa "Agrifrutta da te" consegna ogni settimana per 10 euro una cassetta tra 6 e 7 kg di frutta e verdura di stagione coltivata localmente secondo i criteri dell’agricoltura integrata. Consegna a domicilio anche a Torino, ed è stato calcolato che la stessa identica spesa acquistata al mercatino rionale costa circa un euro in più, e dal fruttivendolo anche 3 euro in più al chilo. 

Ma non si tratta solo di saper fare la spesa: con le buone pratiche domestiche e gastronomiche si potrebbe risparmiare. Ad esempio non c’è educazione sui tagli animali. La perdita di artigianalità nella macellazione, ormai ridotta a una catena di smontaggio in grande scala a colpi di seghe e seghetti, fa sì che una consistente parte della carne consumabile vada perduta. I tagli meno nobili non sono più richiesti perché si è persa la capacità e la voglia di cucinarli: il consumatore è malato di filetto. La Granda, un’associazione cuneese che opera da anni nell’allevamento sostenibile di bovini di razza piemontese, ha per esempio deciso di vendere tutto, ma proprio tutto, dei loro animali: per far sì che gli allevatori possano guadagnare il massimo, ma tutto ciò si traduce anche in un risparmio per noi. Mi dicono che buttano via soltanto le corna e gli zoccoli degli animali, impiegano anche il quarto anteriore (i muscoli del collo, della pancia, della spalla, dello sterno e il costato) e il cosiddetto "quinto quarto", ovvero testa, coda, organi interni addominali e toracici, sangue e zampe. Ne sono nati dei prodotti come un hamburger (1,15 euro l’uno), la galantina, un’anti-carne in scatola (fatta con guancia, zampe lingua e coda), delle monoporzioni di brodo, dei ragù e dei paté. Un quinto dei loro prodotti sono piatti pronti, tutti senza conservanti e con una materia prima di qualità eccellente, molto gustosa e, secondo una tesi di laurea in medicina dell’Università di Torino, anche dai valori nutrizionali migliori di una normale carne di bovino. 

Se la carne migliore della Granda, un taglio pregiato di bovino femmina, costa effettivamente - e giustamente per com’è allevata - più di 20 euro al chilo, cioè di più della sua analoga prodotta con metodi poco sostenibili, per un taglio di polpa di bovino maschio, comprato direttamente dagli allevatori, macellato in modo che non si sprechi nulla, avendo un prodotto di qualità decisamente superiore e che si conserva più a lungo, si può arrivare intorno ai 10 euro. Sarà sufficiente saperlo cucinare, magari in umido o con una cottura lenta, per ovviare al fatto che la carne del maschio è meno tenera di quella della femmina. Se assumiamo che una porzione normale di carne sia di 80-100 grammi (in Italia si consumano mediamente 5 chili di carne alla settimana), il prezzo di quella porzione andrà dunque da uno a due euro a seconda della qualità che scegliamo. E stiamo parlando di bovini allevati con i guanti. 

Lo stesso tipo di mancanza di educazione gastronomica si sente per i pesci: pensiamo a quelle specie che sono pescate e ributtate in mare perché non hanno mercato. Tutti vogliono l’orata e il branzino perché non hanno idea di dove iniziare a cucinare le altre specie, per esempio il pesce azzurro: buono, gustoso, salutare, ma leggermente più difficile da preparare. E il pesce azzurro costa veramente poco. Un’altra cosa di cui non siamo più capaci è la conservazione dei cibi: ricordo che in estate dalle mie parti, nei cortili, era tutto un ribollire di grandi pentoloni, in cui si preparavano le conserve. I pomodori erano colti in stagione, al meglio della loro maturazione, e i profumi che si sprigionavano, e che venivano chiusi nei barattoli per poi essere consumati d’inverno erano strepitosi. Oggi d’inverno vogliamo i pomodorini che arrivano da chissà dove, sono cari e poveri di gusto. Costerà tanto di più un vasetto di passata fatto in casa? 

Tutte queste buone pratiche, queste accortezze e questo bagaglio di creatività popolare, sono state quasi abbandonate, ma si potrebbero tradurre in risparmio, in soldi veri. Se non siamo più disposti a cucinare, a cercare i prodotti buoni e vicini, coltivati appena fuori città e di stagione, che ci possono realmente costare meno, non possiamo poi lamentarci del fatto che il cibo è caro. E se proprio vogliamo concederci un pasto fuori, anche qui la tradizione italiana è molto generosa. Un panino con la milza a Palermo, un panino con il lampredotto a Firenze, un cartoccio di pescetti fritti a Genova si aggirano tutti sui due euro. Per poco di più si può mangiare una buona pizza a Napoli o un buon piatto di pasta nelle tante trattorie low cost che ci sono ancora nelle nostre città e nei nostri paesi. 

Non è vero che mangiare bene costa caro: non sappiamo più come si fa. In sprezzo a una tradizione gastronomica, quella regionale italiana, che ha creato dei capolavori di ricette partendo dal poco che si aveva a disposizione in casa, e cioè da un unico grande assunto: la fame.

Fonte: Repubblica 05.03.09


mercoledì 4 marzo 2009

Questa terra è la nostra terra! L'appello


Dal 18 al 20 aprile 2009 si terrà in provincia di Treviso il summit del G8 dei ministri dell’Agricoltura in cui verranno definite le politiche mondiali in tema di agricoltura.Crediamo che questa sia un’occasione importante per dare voce alle esperienze di tutt* coloro che, nel nostro territorio e nel mondo, lottano per la sovranità alimentare, contro gli OGM, per la qualità dell’ambiente e del cibo, per la difesa, l’uso sostenibile e la democrazia delle risorse naturali, in una parola, per la nostra terra.
Viviamo oggi la crisi profonda di un sistema globale, basato su sfruttamento, distruzione ambientale, saccheggio delle risorse, povertà, che ha dimostrato i suoi profondi limiti ed è per questo che pensiamo ci sia la necessità di intraprendere un nuovo cammino che ritrovi, nel rapporto con la terra e con l’ambiente, il senso di un’umanità degna.
Per questo proponiamo a tutte le realtà della società civile, agli agricoltori, ai comitati per l’ambiente, ai gruppi d’acquisto solidale, di dare vita al Festival-Incontro "Questa terra è la nostra terra" come momento di discussione, confronto e mobilitazione in Provincia di Treviso nei giorni di aprile del G8.Un occasione per valorizzare in comune i legami con la terra, la civiltà contadina, la produzione agroalimentare tipica, libera dagli OGM, le mobilitazioni contro la devastazione ambientale, le alternative energetiche e la creatività dei nostri territori.Un momento di narrazione collettiva di un diverso rapporto con la terra, con l’ambiente e con le risorse.

Per info e iscrizioni al newsgroup questaterralanostraterra@googlegroups.com scrivi a questaterra@yahoo.it