In questi giorni stiamo costruendo insieme il Festival “Questa terra è la nostra terra”.
Siamo Comitati, Associazioni, gruppi informali, piccole e grandi realtà che a partire da noi stessi abbiamo scelto di mobilitarci per garantire su varie tematiche una gestione e un futuro diverso per il territorio in cui viviamo.
Non siamo certo soli, anzi in tutto il Nord est come in tutta Italia, in questi ultimi anni decine, centinaia, migliaia di cittadine e cittadini hanno scelto di organizzarsi a partire da problemi e contraddizioni locali: strutture invasive, impianti nocivi, cementificazione, inceneritori, antenne pericolose, reti viarie, basi militari come Vicenza.
Battaglie grandi e piccole, ambientali, in difesa dei beni comuni, per uno sviluppo diverso, per un uso corretto del territorio, per un rapporto nuovo tra produttori consumatori: sono questi gli argomenti che ci hanno fatto uscire dalla nostra casa, ci hanno spinto ad organizzarci in proprio, sperimentare un protagonismo diretto, ricercare i percorsi di una politica realmente partecipata.
Sono storie collettive che solo degli sciocchi possono descrivere come “egoismo” da sindrome “nimby”.
In queste nostre esperienze collettive abbiamo acquisito saperi e conoscenze, ci siamo confrontati nella ricerca non solo dell’opposizione a qualcosa ma anche nell’alternativa a scelte imposte e inaccettabili.
Noi vogliamo offrire all’interno delle giornate del Festival “Questa terra è la nostra terra” uno spazio aperto per incontrarci, scambiare le nostre esperienze, rafforzandole nell’interscambio ed anche aprire una discussione in comune su una delle scelte più nefaste e inaccettabili che dall’alto vorrebbero calare sui nostri territori: la scelta nucleare.
Per certi versi il nucleare incarna simbolicamente e materialmente la sintesi della stessa arroganza, centralizzazione priva di futuro, mancanza di rispetto per l’ambiente e l’umanità che combattiamo nelle nostre mobilitazioni.
Una proposta ancora più grave in questo momento di crisi generalizzata in cui le risposte da ricercare sono ben diverse dall’investire fondi improponibili per scelte centralizzatrici, monopolistiche oltre che dannose, mentre tanto invece ci sarebbe da investire in cicli virtuosi per la produzione di energia come per altri aspetti.
Crediamo invece che una via percorribile per tentare di uscire da questa crisi sia puntare sulle energie rinnovabili che potrebbero, se sviluppate adeguatamente grazie ad un adeguato finanziamento della ricerca, risolvere il problema energetico. La produzione e la distribuzione dell’energia prodotta con fonti rinnovabili può inoltre realizzarsi con metodo democratico slegato quindi dalle multinazionali e dai grandi distributori. In sostanza un modo di produrre energia in assoluta controtendenza rispetto a quello applicato fino ad oggi che si basa sul massimo profitto a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Un altro dei temi che crediamo possa rappresentare il terreno di una battaglia comune è quello della pianificazione del territorio. Da ormai troppi anni il territorio nel nostro Paese viene considerato un bene inesauribile e per questo sfruttato e consumato senza alcun limite e senza nessun rispetto per i cittadini, basti pensare alle cave, alle discariche, agli inceneritori e alla cementificazione selvaggia.
In questo momento di crisi globale le nostre ragioni assumono una forza ancora maggiore, i nostri contenuti rappresentano, se ci pensiamo, una strada che risponde tema su tema alla costruzione di alternative concrete, reali, giuste per noi, per il nostro ambiente, per i nostri figli.
Per questo vi invitiamo a discutere insieme, ad elaborare insieme i nostri desideri a partire dalla concretezza che i nostri percorsi rappresentano, per costruire insieme una “CARTA DEI DIRITTI DELLA TERRA” da cui partire per creare mobilitazioni comuni.
DOMENICA 19 APRILE ALLE ORE 16.00
AL FESTIVAL “QUESTA TERRA E’ LA NOSTRA TERRA”
L’incontro aperto a tutti i comitati, reti, gruppi, associazioni del Nord Est sarà anticipato da una riflessione sulla scelta nucleare e su una gestione diversa del territorio.
Siamo Comitati, Associazioni, gruppi informali, piccole e grandi realtà che a partire da noi stessi abbiamo scelto di mobilitarci per garantire su varie tematiche una gestione e un futuro diverso per il territorio in cui viviamo.
Non siamo certo soli, anzi in tutto il Nord est come in tutta Italia, in questi ultimi anni decine, centinaia, migliaia di cittadine e cittadini hanno scelto di organizzarsi a partire da problemi e contraddizioni locali: strutture invasive, impianti nocivi, cementificazione, inceneritori, antenne pericolose, reti viarie, basi militari come Vicenza.
Battaglie grandi e piccole, ambientali, in difesa dei beni comuni, per uno sviluppo diverso, per un uso corretto del territorio, per un rapporto nuovo tra produttori consumatori: sono questi gli argomenti che ci hanno fatto uscire dalla nostra casa, ci hanno spinto ad organizzarci in proprio, sperimentare un protagonismo diretto, ricercare i percorsi di una politica realmente partecipata.
Sono storie collettive che solo degli sciocchi possono descrivere come “egoismo” da sindrome “nimby”.
In queste nostre esperienze collettive abbiamo acquisito saperi e conoscenze, ci siamo confrontati nella ricerca non solo dell’opposizione a qualcosa ma anche nell’alternativa a scelte imposte e inaccettabili.
Noi vogliamo offrire all’interno delle giornate del Festival “Questa terra è la nostra terra” uno spazio aperto per incontrarci, scambiare le nostre esperienze, rafforzandole nell’interscambio ed anche aprire una discussione in comune su una delle scelte più nefaste e inaccettabili che dall’alto vorrebbero calare sui nostri territori: la scelta nucleare.
Per certi versi il nucleare incarna simbolicamente e materialmente la sintesi della stessa arroganza, centralizzazione priva di futuro, mancanza di rispetto per l’ambiente e l’umanità che combattiamo nelle nostre mobilitazioni.
Una proposta ancora più grave in questo momento di crisi generalizzata in cui le risposte da ricercare sono ben diverse dall’investire fondi improponibili per scelte centralizzatrici, monopolistiche oltre che dannose, mentre tanto invece ci sarebbe da investire in cicli virtuosi per la produzione di energia come per altri aspetti.
Crediamo invece che una via percorribile per tentare di uscire da questa crisi sia puntare sulle energie rinnovabili che potrebbero, se sviluppate adeguatamente grazie ad un adeguato finanziamento della ricerca, risolvere il problema energetico. La produzione e la distribuzione dell’energia prodotta con fonti rinnovabili può inoltre realizzarsi con metodo democratico slegato quindi dalle multinazionali e dai grandi distributori. In sostanza un modo di produrre energia in assoluta controtendenza rispetto a quello applicato fino ad oggi che si basa sul massimo profitto a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Un altro dei temi che crediamo possa rappresentare il terreno di una battaglia comune è quello della pianificazione del territorio. Da ormai troppi anni il territorio nel nostro Paese viene considerato un bene inesauribile e per questo sfruttato e consumato senza alcun limite e senza nessun rispetto per i cittadini, basti pensare alle cave, alle discariche, agli inceneritori e alla cementificazione selvaggia.
In questo momento di crisi globale le nostre ragioni assumono una forza ancora maggiore, i nostri contenuti rappresentano, se ci pensiamo, una strada che risponde tema su tema alla costruzione di alternative concrete, reali, giuste per noi, per il nostro ambiente, per i nostri figli.
Per questo vi invitiamo a discutere insieme, ad elaborare insieme i nostri desideri a partire dalla concretezza che i nostri percorsi rappresentano, per costruire insieme una “CARTA DEI DIRITTI DELLA TERRA” da cui partire per creare mobilitazioni comuni.
DOMENICA 19 APRILE ALLE ORE 16.00
AL FESTIVAL “QUESTA TERRA E’ LA NOSTRA TERRA”
L’incontro aperto a tutti i comitati, reti, gruppi, associazioni del Nord Est sarà anticipato da una riflessione sulla scelta nucleare e su una gestione diversa del territorio.
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